Pubblicato in: ✿ Ascoltando il Cuore

Ma tu sei contento di quel che sei?

…e non è mica facile giocare ad essere se stessi
perchè quando hai apparentemente “tutto”…

ti devi mettere in discussione e ricominciare da capo…
devi contare solo su di te, perdere tutto per ritrovare te stesso…
Uno su mille ce la fa…
potresti essere tu!

N.B.

Non è la “sagra del luogo comune” sebbene così potrebbe apparire, poichè certi luoghi sono poco frequentati in quanto scomodi, stretti e carenti d’ossigeno.

16 pensieri riguardo “Ma tu sei contento di quel che sei?

    1. Beh, di quel che non si è si deve sempre essere contenti anche se in quel che non si è c’è anche quello che si vorrebbe essere…
      Un abbraccissimo caro Vito novello scrittore!!!

    1. Si può tentare di darci un po’ più spazio, però :)
      Perchè poi arrivare in fondo è vero che “tocca”, come tocca dare un senso nostro al sentiero.
      Un abbraccio grandissimo

  1. …credo che la domanda giusta sia: perché non sei contento di quel che sei? ma ci vorrebbe molto più spazio per dare una risposta… sebbene io mi rispondo semplicemente: cerca dentro te stesso…

    1. Beh, Ferdinando, mica detto che tutti non lo siano ;)
      io prima lo chiedo! a tutti i modi, sia per la mia domanda che per la tua spazio ce ne vuole molto, si. E la tua sintesi forse è molto azzeccata: “cerca dentro te stesso”, si…cerca la tua strada dentro.

  2. Non si può e non si deve restare bambini. Si cresce, si diventa adulti ed è giusto che sia così. Lo stupore per le piccole gioie della vita può restare, vuoi ammorbidito, vuoi centellinato, vuoi occasionale, ma può restare se riusciamo a non farci sopraffare dalle preoccupazioni e dall’ansia. Ci sono piaceri e gioie che sono esclusive della vita adulta e sta a noi saperli riconoscere, cogliere e valorizzare. Persino inventarle quando diventano carenti.
    Se sono contenta di ciò che sono?
    Sì, lo sono anche se avrei potuto essere e fare di più, ma sono contenta di me perchè ho lottato per restare me stessa e sono stata forte a non soccombere quando si sono presentate le avversità e le rinunce obbligate.
    Naturalmente di me cambierei alcune cose e a volte provo a cambiarle, ma non è facile: mi piacerebbe essere più furba e meno ingenua, dire più “no” e anche mi piacerebbe ogni tanto (non scandalizzarti, per favore) mi piacerebbe concedermi qualche innocente trasgressione.
    Tu dici che a volte , quando hai “tutto”, quel tutto virgolettato, che cioè non ti basta, devi rimettere in discussione la tua vita, perdere tutto per ricominciare da capo; beh, si, può essere , ma sai che penso? Penso che rifarei gli stessi passi, che dopo l’ebrezza del primo momento, sarei sempre la stessa me, coi lati belli e quelli oscuri di sempre e mi ritroverei punto e a capo.
    Ci pensavo lo scorso anno in questo periodo: addobbavo la casa e l’albero di Natale e alla fine ho considerato come ho rimesso gli stessi oggetti, gli stessi fiocchi, le stesse palle allo stesso preciso posto di sempre! Perchè? Non amo le novità? Mi fanno paura? O sono legata a doppio filo a questo mio “tutto”?
    Sabato riaprirò lo scatolone del Natale e stavolta mi impongo varietà e fantasia diverse. Però lo scorso anno era così carina casa mia…

    1. Cara Marirò, sono contenta che questo mio intervento ti abbia fatto fermare in una tua riflessione personale, perchè in fondo è questo quello che desideravo, nulla di più. E’ la stessa riflessione che ho fatto io le volte in cui mi sono chiesta se sono contenta di ciò che sono.
      Solitamente nei miei post espongo molto dei miei pensieri, questa volta ho esordito con una domanda…speranzosa che qualcuno si esponesse con una risposta per dar vita così ad un confronto. Ed ora ti espongo la mia idea che fra l’altro non si allontana molto dalla tua.
      Anche io, come te, non sono di quelle che “crede d’essere” o di essere rimasta piccola, so bene che, come è naturale, bambini si è da bambini, però nel corso del mio viaggio di vita e incontrando le varie vicissitudini che la vita ci elargisce mi sono resa conto che è in quell’angolo di me rimasto “vergine” (passami il termine) che trovo la salvezza e la forza di osservare il mondo con benevolenza. Sono fermamente convinta che quel “luogo” sia nella stragrande maggioranza di noi e con la medesima convinzione penso che mantenerlo “lucente” e abitato sia più difficoltoso di quanto non si possa pensare. Le tue riflessioni sono di una donna impegnata affinchè questo avvenga e te lo dico non solo in seguito alla lettura di queste tue parole, ma soprattutto per quanto trovo scritto ogni volta che vengo a visitare il tuo spazio. Posso dirti che anche io sono abbastanza contenta di ciò che sono anche se penso ci si possa sempre migliorare, smussare angoli, aprire nuove visioni e “sentirsi” ancora di più. Quando parlo di quel “tutto” che virgoletto non lo intendo un quacosa che non basta…ma un “tutto” che non è nostro, che ci viene imposto dalla società, che ci ritroviamo come bagaglio culturale, etico, morale…ed è lì l’invito (in primis, direi, auto-invito) a non adagiarsi/adattarsi e a riscoprire il nostro “tutto”, costi quel che costi. Facendo così spesso si perdono sicurezze, amicizie, stabilità economica…si incontrano salite e delusioni, ma penso ne valga la pena. Ovviamente quanto più possibile nel rispetto di chi ci sta affianco, anche se quello non lo paleso. Io non rifarei tutto, sono onesta anche se so che alcune strade mi hanno insegnato a non riprenderle, ma ad oggi non le inizierei neppure a percorrere. Non mi vorrei più furba e neppure meno ingenua, perchè non sarei io, forse un tantino meno avventata e più pacata. Nasco rivoluzionaria, ohimè…forse il tempo ammorbidirà la mia innata vena da pasionaria. E sorrido alla tua conclusione, perchè anche io sono “rigattiera inside”, rigattiera di cose e di emozioni, di ricordi, di simboli, sensi e significati. Ho le mie preziose scatole di cose belle che mai svenderei, dimenticherei, non spolvererei…e forse è questo l’invito più profondo, ossia volgere lo sguardo al futuro portandosi dignitosamente appresso la nostra valigia di cose, percorrendo una strada NOSTRA, anche se poco frequentata, e se su questa strada ci si vuole fermare a concedersi qualche trasgressione, e questo è il nostro desiderio, dove è scritto che non si possa fare? nessuno camminerà mai sui nostri passi, nessuno porterà mai le nostre valigie ed a nessuno è concesso di guardarci dentro e giudicare.
      Ogni anno compro una pallina nuova da appendere all’albero, un strofinaccio da cucina con il calendario, rimetto i gancetti alle palline vecchie che nello scatolone lo hanno perduto e m’invento quacosa di nuovo…ogni giorno provo a fare le stesse cose con altre cose…e mi accorgo che forse al destino non posso raccontargli le favole ma dentro ad esso ci posso dipingere i colori di quel che sono e aggiungercene sempre di nuovi.
      Ti abbraccio …

    1. Mah, Roberta, volenti o nolenti credo che cresciuti alla nostra età lo siamo tutti, poi alcuni dentro conservano angoli più piccoli di altri , tu sei una di quelle persone… ma c’è anche chi lo crede soltanto, purtroppo, ce la sappiamo anche raccontare molto bene.

  3. Laura mi chiedo perchè una persona non dovrebbe essere felice di essere se stessi sempre, io credo che essere se stessi non è un gioco, io sono contento di essere me stesso, sono contento di quello che ho e anche di quello che non ho, se non ho qualcosa significa che non mi serve davvero e ne faccio volentieri a meno. Certo se dovessi stare dietro a tutto quello che vorrei o a come mi vorrebbero gli altri a quest ora sarei ricoverato in un manicomio, bisogna essere sempre fieri di se stassi, nel bene e nel male e felici di quello che si ha, se poi vogliamo giocare ad essere se stessi non saremo mai noi stessi, l’essere spontanei è la base dell’essere veri sempre. Sorè ma che cazz di cose scrivi ahahahahahahaahahhah TVB stronzetta ;)

    1. Ho fatto una domanda? :) non si può? ;)
      Ognuno ha la sua risposta, no? …e tu mi hai dato la tua!
      Scrivo quello che sento di scrivere, cazzate incluse, è la base di essere veri :)
      mbè? che ti ruga? hai dormito male? ahahhahahaha sei nervoso?
      Fortuna che ti voglio bene anche io sennò!!! ihihih

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